Xiaomi ci è riuscita ancora. Il Redmi Note 7 è un best-buy, e le vendite sembrano già dare ragione all’azienda cinese. Sono state infatti già raggiunti ben 4 milioni di unità vendute a livello globale in poco più di 1 mese dalla commercializzazione. Del resto, al di sotto dei 200 euro, è davvero difficile (se non impossibile) trovare uno smartphone in grado di offrire la medesima esperienza utente di questo prodotto, soprattutto a livello fotografico.
Ha infatti immediatamente attirato su di sé l’attenzione grazie alla presenza di una fotocamera posteriore da ben 48 Megapixel. Come vedremo, al di là del semplice dato numerico, Xiaomi ha compiuto un ottimo lavoro in un ambito – appunto quello fotografico – che solitamente dà poche soddisfazioni in questa fascia di prezzo. Redmi Note 7 offre comunque molto di più: buone prestazioni, schermo convincente, una solida autonomia. Ci sono alcune sbavature ma nulla che comprometta l’esperienza di utilizzo.
Comparto fotografico, è la marcia in più
Sul retro infatti il Redmi Note 7 può contare su una dual-camera, con sensore principale da 48 Megapixel e obiettivo f/1.8. In particolare, si tratta di un sensore Samsung ISOCELL Bright GM1, con tanto di stabilizzazione elettronica e possibilità di registrare video in Full-HD a 60 fps. Inoltre, è abbinato a una fotocamera secondaria da 5 Megapixel per la profondità di campo, che interviene per consentire di collocare meglio il soggetto nella scena.
Chiariamo immediatamente un aspetto. In automatico, le fotografie scattate dal Redmi Note 7 non sono da 48 Megapixel, bensì da 12. Questo avviene in relazione a una tecnologia di interpolazione dei pixel (4 pixel in 1). Attraverso questo sistema Xiaomi è riuscita a mantenere alto il livello di dettaglio anche in notturna, con le immagini che appaiono ovviamente convincenti anche in diurna. Nessuno vieta comunque di avere accesso alla massima risoluzione, basta semplicemente utilizzare la modalità “Pro”.
Detto questo, come già scritto, le performance fotografiche sono di ottimo livello, considerando la fascia di prezzo. Ho apprezzato particolarmente la capacità dello smartphone di non saturare troppo i colori anche con la modalità notte. Gli effetti bokeh (sfondo sfocato) sono effettivamente più naturali grazie al secondo sensore da 5 Megapixel, anche se ritengo che sarebbe stato maggiormente utile un teleobiettivo, così da avere a disposizione uno zoom ottico. In ogni caso, stiamo pur sempre parlando di un prodotto che parte da 179,90 euro.
Convincente anche la fotocamera anteriore da 13 Megapixel con obiettivo f/2.2. In questo caso il sensore soffre maggiormente in notturna, ma i selfie sono assolutamente godibili, per quanto la modalità ritratto “scontorni” in maniera poco naturale. I video non fanno gridare al miracolo:con poca luce si nota la perdita di dettaglio, mentre la stabilizzazione elettronica fa tutto sommato il suo dovere, a meno di movimenti particolarmente bruschi.
Come detto in apertura, qualche sbavatura c’è, è inevitabile. Il comparto fotografico però va promosso a pieni voti e rappresenta una sfida importante anche per i diretti concorrenti, che saranno chiamati a garantire la medesima qualità al di sotto dei 200 euro. Una tendenza importante soprattutto per l’utente finale, che in ottica futura avrà a disposizione probabilmente sempre meno motivi per rivolgersi ai top di gamma.
Prestazioni e display, Xiaomi gioca sul sicuro
Lo Snapdragon 660 è un processore ormai estremamente collaudato. Lo abbiamo visto a bordo di tanti smartphone, soprattutto in casa Xiaomi, e non delude neanche a bordo di questo Redmi Note 7. Nei primi giorni di utilizzo ho notato qualche inatteso rallentamento dell’interfaccia, scomparso con gli aggiornamenti software che l’azienda cinese rilascia con cadenza regolare. Allo stato attuale lo smartphone è fluido e scattante, soprattutto nelle operazioni quotidiane.
Può essere acquistato con 3 o 4 Gigabyte di RAM (la nostra versione è la seconda) e con 32 o 64 Gigabyte di memoria interna, in entrambi i casi espandibile tramite micro-SD. A livello prestazionale c’è meno stupore, ma semplicemente perché non è ormai così raro trovare smartphone performanti al di sotto dei 200 euro. In ogni caso, un ottimo lavoro di Xiaomi anche da questo punto di vista.
Lo schermo da 6,3 pollici è il solito pannello IPS LCD integrato dall’azienda cinese sui propri smartphone. Ha risoluzione Full-HD+ (1.080 x 2.340 pixel) e garantisce la solita buona resa. Non è caratterizzato da una luminosità molto elevata, per cui nelle giornate particolarmente luminose potreste avere qualche grattacapo nella visibilità all’aperto. Buoni gli angoli di visuale così come la resa cromatica.
Peraltro Xiaomi ha scelto un design con notch a goccia, per cui lo schermo è interrotto da una “tacca” fondamentalmente abbastanza discreta. Le cornici sono ridotte ma comunque presenti, per cui non si verifica il fenomeno dei tocchi involontari sul display. La scocca è realizzata interamente in vetro ma questo non lo rende particolarmente scivoloso. Nella confezione di vendita è comunque inclusa una cover in TPU morbido, un altro elemento sorprendente considerando il prezzo di listino.
Il design non è certamente dei più originali, soprattutto con la colorazione che vedete ritratta nelle immagini (decisamente più riuscita la variante cromatica Blue). Non c’è alcuna certificazione di impermeabilità, di contro però lo schermo è protetto da un vetro Gorilla Glass 5, per cui dovrebbe essere particolarmente resistente a urti e cadute. La sporgenza della doppia fotocamera posteriore è particolarmente pronunciata, e anche la cover inclusa in confezione non riesce a eliminarla totalmente.
Decisamente completa la connettività: Wi-Fi ac dual-band, Bluetooth 5.0, GPS A-GLONASS BDS, porta a infrarossi, radio FM, jack audio da 3.5 mm e anche supporto Dual-SIM (a patto di rinunciare all’espansione di memoria). Manca purtroppo l’NFC. La parte software è affidata ad Android 9, personalizzato con l’ormai nota MIUI 10. Personalmente ritengo quella di Xiaomi una delle migliori interfacce grafiche nel panorama del robottino verde assieme alla One UI di Samsung. L’azienda cinese dovrebbe però lavorare per limare i piccoli dettagli (come ad esempio la disponibilità di alcuni servizi) che ancora limitano l’esperienza complessiva degli utenti non asiatici.
Buone notizie dall’autonomia. La batteria da 4.000 mAh, in abbinata al mio solito utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), mi ha consentito di rimanere lontano dalla presa elettrica per circa 20 ore continue a fronte di 5 ore di schermo accesso (nelle giornate più intense questo dato è sceso attorno alle 4 ore). Si copre dunque ampiamente la giornata lavorativa e c’è anche la ricarica rapida, anche se il caricabatterie incluso in confezione è “standard”.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
Nel caso in cui il vostro budget non superi i 200 euro, il prodotto da prendere in considerazione è il Redmi Note 7. In Italia parte da 179,90 euro nella versione da 3 Gigabyte di RAM e 32 Gigabyte di storage, che diventano 199,90 euro per quella da 4/64 Gigabyte. Il consiglio è quello di puntare proprio su questa seconda, visto che la RAM in più, pur non facendo oggi la differenza in termini di prestazioni, potrà farla in ottica futura, specie nella gestione degli aggiornamenti di sistema.
Xiaomi ha realizzato quello che sta già diventando uno dei best seller del 2019, dimostrando ancora una volta come sia possibile realizzare smartphone di buon livello senza dover spendere cifre da capogiro. La sensazione è che questo prodotto possa spingere tutti i diretti concorrenti (Samsung, Huawei, Honor in primis) ad accelerare ulteriormente anche in questa fascia di prezzo. Avremo un quadro più chiaro nei prossimi mesi.
VERDETTO
Nel caso in cui il vostro budget non superi i 200 euro, il prodotto da prendere in considerazione è il Redmi Note 7. In Italia parte da 179,90 euro nella versione da 3 Gigabyte di RAM e 32 Gigabyte di storage, che diventano 199,90 euro per quella da 4/64 Gigabyte. Il consiglio è quello di puntare proprio su questa seconda, visto che la RAM in più, pur non facendo oggi la differenza in termini di prestazioni, potrà farla in ottica futura, specie nella gestione degli aggiornamenti di sistema. I diretti concorrenti sono avvisati: nel segmento in questione dovranno vedersela con questo dispositivo.
Articolo originale su tomshw.it